linea umana rona

La più sensuale e sottile delle sensazioni. Nessun elemento aggiunto ci aiuta a percepirne le caratteristiche. Una acqua naturale deve essere capace di far riconoscere la falda dalla quale proviene, la sua componente minerale e la sua dolcezza o delicata sapidità.

Non è vero che ogni acqua può andare bene per ogni fase del pasto o della giornata; ogni tipologia di acqua ha la sua espressività e pertanto va trattata come merita. In questo bicchiere, che potremmo anche lasciare a tavola grazie alla sua significativa eleganza, potremmo servire tutte le tipologie di acqua naturale o ferma o liscia proprio perché la sua forma implica una inspirazione, nel momento della bevuta, che concentra ogni sottile sensazione nelle narici dell’assuntore. E’ il bicchiere della carezza, di quel tocco sottile e leggiadro che muove l’aria senza sfiorare la pelle … è il momento da dedicare a noi stessi. In questo bicchiere potremmo servire anche una delicatissima acqua effervescente naturale dove la percezione di pungenza dell’anidride carbonica presente, sia davvero quasi impercettibile.

Seppur non cambiando in maniera significativa le caratteristiche dell’acqua, le sue percezioni sono esaltate da uno sviluppo di bollicine che, attraversando il liquido ci permettono di trarne delle diverse sensazioni. L’anidride carbonica in un liquido si sviluppa formando delle catenelle che trovano origine dalle impercettibili asperità o ruvidezze del contenitore partendo dal fondo e questo ne esalta le caratteristiche.

Le acque effervescenti naturali hanno origine sub terranea da sorgenti che forniscono il prezioso liquido in terreni vulcanici.

La percezione è quella di una certa sapidità nell’acqua e la grande componente minerale presente dona una certa struttura.

Nel caso di acqua frizzante e quindi con aggiunta di anidride carbonica, l’impatto della pungenza è più violento ed immediato e serve a solleticare il palato ed avere un effetto stimolante nell’apparato digerente.

E’ un mattino luminoso in alta montagna quello che percepiamo dall’uso di questo “toccabile” bicchiere. E’ ovvio che le percezioni olfattive arrivano quasi ad essere pungenti se si respira profondamente in un bicchiere di acqua frizzante e quindi è necessario che questa sensazione vada dispersa e non concentrata direttamente nelle narici.

Il mondo è cambiato, ne abbiamo parlato in apertura di questo volume e con esso le sue

espressioni. L’evoluzione che nel tempo abbiamo avuto nelle produzioni di vini spumanti

sono merito di applicazione di tecnica e conoscenza, ma anche da un diverso livello di

maturazione e controllo delle uve.

La cosiddetta “flûte”, quel tubo che costringeva (e costringe) ad infilare il naso nel

bicchiere per catturare totalmente la poca componente olfattiva dei vini e riponeva

al centro della lingua, in punta, quel liquido per poterne catturare la poca quantità di

sapore e dolcezza, non ha più motivo di esistere. I vini spumanti di oggi, anche nella più

semplice della loro espressione, hanno bisogno di volume, hanno sapori, dolcezze e

sapidità sufficienti a garantire piacevolezza. Per questo il volume del calice, la superficie

di contatto con l’aria e l’invito verso le labbra può e deve essere più ampio, morbido,

delicato ed avvolgente. Il momento che accompagna questo calice è l’accendersi delle

luci, un grande lampadario di cristallo che improvvisamente illumina la sala ridondante

di eleganti ospiti in abito di gala. Un valzer è la musica che accompagna il momento, la

luce è calda, la sensazione è fresca!

Questo calice che, come il resto della linea è destinato agli esercizi di elevato livello

qualitativo, può essere usato con tutte le tipologie di vini spumanti, siano esse provenienti

da importanti Martinotti o Charmat che metodo classico, anche millesimati e riserve.

Non c’è distinzione territoriale perché in questo calice possono essere serviti i vini

spumanti italiani, gli champagne, i cava e tutte le altre produzioni del mondo.

Ottima forma per ogni servizio di aperitivo anche con vini spumanti importanti, ma anche

utilizzabile per accompagnare l’intero pasto quando si sceglie una buona espressione di

vino spumante per l’abbinamento di questo momento.

Il bicchiere per eccellenza, quello che non può mancare in ogni tavola, dove l’espressione

del vino è assicurata e ci si può concedere ogni distrazione. Un calice capace di contenere

ogni tipologia di vino bianco giovane. La sua forma affusolata, la capacità importante

ed il grande volume interno consentono al liquido di esprimere tutta la sua componente

aromatica giovane, fatta di freschezza e sensazioni chiare. Facile combinazione con

ogni vino secco di una certa aromaticità ed altrettanto importante è la sua applicazione

quando le aspettative sono verso lo spazio aperto, sensazioni ampie e fresche con lo

sguardo rivolto al cielo. Questo calice deve farci pensare alla primavera, dove i fiori

sbocciati emanano tutti i loro delicati profumi, la frutta non è ancora scaldata dal sole e

dalle erbe aromatiche spuntano i primi colori. Intanto i boschi hanno ripreso vitalità e le

giovani foglie danno piacere agli occhi ed ai sensi tutti.

Questo è ciò che vogliamo da questo calice ed i vini saranno serviti a temperature al di

sotto dei 10°C.

Perfetta applicazione per vini bianchi d’annata o con affinamento in acciaio e bottiglia

non superiore ai tre anni, ma anche con vini rosati molto giovani che non abbiano subito

processo alcuno di ossidazione.

Questo calice è un Jolly! È il calice che garantisce un buon servizio sia per la componente

tecnica che per la successione dei vini a tavola.

È pensato per vini ancora abbastanza giovani che abbiano subito affinamento in acciaio,

bottiglia o legno, ma la loro origine non è remota. Servirei agevolmente in questo calice

un vino bianco di buona struttura che abbia trascorso fino a 6-8 anni di affinamento.

Lo stesso calice può essere usato nei casi abbastanza rari nei quali si sceglie di servire

un vino rosato un pochino più evoluto, leggermente ossidato, con fermentazione malolattica

svolta o con un percettibile residuo zuccherino. Non manca per questo calice la

possibilità di essere utilizzato per vini rossi d’annata nei quali il carattere degli stessi sia

fondato su importante percezione di acidità, fruttato fresco e mai affinati in legno. Sarà

piacevolissima la sensazione olfattiva percepita in questo grande volume.

È la sera che sta arrivando, le luci degli eleganti locali cominciano a prendere il

sopravvento sul tramonto ormai avanzato. E’ in una area chiusa il porto turistico dove

sono ormeggiati silenziosi e dondolanti yacht dai quali emerge una leggera percezione

di vita che lascia immaginare situazioni fantasiose. Il calice è a sancire quella riflessione

e viene portato alle labbra con lo sguardo oltre il mare di fronte.

I vini bianchi e rosati da servire in questo calice saranno di temperature comprese tra gli

8 ed i 12°C e per i rossi giovani la temperatura non deve superare i 14°C.

In ognuno di noi non può che esserci l’aspettativa di arrivare all’apice. La storia va

percorsa seguendo i suoi canoni ed i suoi tempi. In nessuna dignitosa carta dei vini, in una

cantina che voglia mostrare carattere, può mancare qualcosa che sia rappresentativo di

un evento, di un momento importante, di quel regalo che ci si vuol fare per avere il meglio.

Il tempo, questo nostro grande nemico ci è a volte molto favorevole. E’ con il tempo che a

volte molti territori, vigne vecchie e antiche produzioni riescono a dimostrare come questi

elementi siano capaci di sovvertire e sovrastare gli scontati canoni delle aspettative di

chi li interpreta. E’ bellissimo e di immensa soddisfazione scoprire vecchie bottiglie di vini

concepiti per esser consumati in tempi brevissimi che dopo anni tirano fuori caratteristiche

che nessuno avrebbe potuto immaginare … il vino che nella sua terra non si cura del

wine-maker che lo ha creato

In questo bicchiere mettiamo la leggiadria, il nettare più prezioso che abbiamo, i vini

bianchi che sono stati capaci di affrontare il tempo (e per questo intendo quel tempo

trascorso in bottiglia e non in stato di semi-ibernazioni in delle ermetiche e ghiacciate

vasche d’acciaio), quelli capaci di portare all’apice ogni emozione.

Nella cantina il silenzio è surreale, bisogna strizzare gli occhi per capire dove siamo,

negli anni la polvere ha foderato tutto e non si comprende come da quella piccola porta

ci si possa immergere in un ambiente tanto grande quanto inimmaginabile e misterioso.

La ricerca diventa difficile, bisogna flettere il busto per passare nei cunicoli poi si sfiora

qualcosa, con un dito si sposta quella polvere che da anni ha trovato una piacevole

esistenza su una bottiglia scura ed all’improvviso il bagliore; come se tutta la luce di

quella buia caverna fosse stata catturata da quella bottiglia che l’ha tenuta per se. È il

nostro momento, anche se sarà il liquido che ne uscirà il padrone assoluto!

Questa forma dovrà essere assunta da quei vini bianchi che abbiano fatto almeno 8-10

anni del loro percorso, che abbiano subito cure attente in vigneto, ma soprattutto che

questo tempo lo abbiano trascorso nelle migliori condizioni di conservazione. Sarà solo

questo il momento nel quale vedranno la luce perché è questo quello che sanno donare:

luce e piacere.

La temperatura di servizio per i vini che occuperanno questa forma sarà tra i 12 ed i 15°C

e dovremmo lasciar loro il tempo di esprimersi perché da questi non ci si aspetta una

bevanda, ma una emozione!

Due sole tipologie di calici dove servire i vini rossi, alle quali aggiungerne una terza nel

calice nr. 3.

I vini rossi hanno la capacità di crearci delle aspettative immediatamente importanti,

significative, dove la potenza deve collimare con l’eleganza. La sontuosità di un sorso di

vino rosso, seppur impostato sulla delicatezza e flagranza, ci dona una immagine ampia,

spessa, tondeggiante e … piena.

Per questo ho considerato che in questo momento possa essere importante una

significativa suddivisione dove non convergono elementi di differenziazione basati sulle

tecniche di vinificazione, affinamento, elevazione o sul tempo trascorso, ma soprattutto

sull ’intensità colorante che molti vitigni imprimono nei vini da questi prodotti.

Forse è proprio questo che fa riflettere mentre ci muoviamo su un mercato che propone

qualche migliaio di tipologie diverse di bicchieri per i vini rossi, noi spacchiamo il

mondo delle produzioni in due grandi famiglie. Non dai vini giovani ai più affinati, ma

semplicemente quei vini ricchi di intensità colorante e quelli caratterizzati invece da

importanti e luminose trasparenze.

Sarà un vino da toccare quello che riporremo in questo calice, mentre il sole si poggia

nel profilo del mare lontano è ancora sulle rocce delle montagne illuminate che il nostro

sguardo si dirige. Sulla strada polverosa pungenti arbusti di rovi e more mature. Sorgono

spontanei i rosmarini, ma basta voltarsi poco sotto dove le colline sono pettinate da filari

di viti che sembrano servire a rendere bello ed ordinato il creato. Verrebbe da correre

verso l’aria, ma nella solitudine è più bello sedersi su un grande masso ed ascoltare il

silenzio.

Il profumo avvolgente dei vini porterà sensi di spessore e maturità. Alcuni potranno basare

la loro identità su percezioni più morbide e voluttuose, altri su asperità e nervosismi, ma tutti

saranno caratterizzati da un colore quasi impenetrabile, vini scuri, con i vari toni coloranti,

ma la luce non riuscirà a passare. Saranno questi vini a catturarla senza restituirne traccia

se non sotto forma di luminosità.

La temperatura di servizio che questi vini avranno sarà variabile in virtù della tipologia,

ma oscillerà tra i 16 ed i 18-19°C … mai oltre: non esiste al mondo un vino che possa

essere assunto ad una temperatura superiore a questa!

Non saranno giovani i vini che acquisiranno queste forme. Per loro abbiamo già dedicato

il calice nr. 4, ma in questo calice i vini avranno da 3-4 anni fino … al secolo ed anche più!

Non vale spiegare nuovamente l’idea. La motivazione di una sola grande suddivisione la

si può trovare al punto precedente, nella presentazione del calice nr. 7.

Destineremo questo bicchiere ad una opera teatrale, a quel momento dove il sipario

lascia vedere un palcoscenico intriso di arte, storia, emozioni e tensione … c’è un tempo

che intercorre nel silenzio dell’attesa ed è in questo che i sensi si sospendono. Non si

percepisce più quel leggero senso di cosmetica, quella dolce nota legnosa che arreda

l’ambiente, quella fusione di umori che non lasciano comprendere la loro provenienza.

Se è la luce ad invadere l’apertura del sipario, gli occhi ne rimangono sconcertati e solo

al ritorno della penombra tutto diventa soffice, leggero, emozionante, leggibile.

Questo è il momento del nostro vino, quel liquido che avrà acquisito la sua posizione nel

grembo di questo calice e la danza di esso sarà sferzata da una luce soffice, delicata,

teatrale.

Quella luce attraverserà il liquido ed i suoi effluvi scorreranno delicati sulle pareti di questa

meravigliosa costruzione preparata per un viaggio delle sensazioni. Il vino restituirà in

maniera armonica quel soffio di luce e si lascerà penetrare lasciando intravedere l’altro

lato.

La madre protettrice raffigurata nel profilo di questo calice saprà ricevere, accogliere,

proteggere questo suo figlio adottivo, ne curerà gli aspetti e ne canterà le lodi restituendole

per intero a chi vorrà.

Sono vini scarichi di colore, ma pregni di luminosità quelli da destinare a questo calice,

che abbiano al loro attivo affinamenti e permanenze in bottiglia da 3 fino a decine e

decine di anni … sarà morbido e carezzevole il senso che verrà restituito.

La temperatura di servizio sarà sempre importante e ci muoveremo ancora tra i 15 ed i

18°C.

Ma questo calice può essere capace di correre in aiuto di colui che sta versando il vino

perché può essere usato come strumento di grande importanza quando, tra un tavolo e

l’altro, vengono scelti vini di diverso valore e costo. Il calice può contenere anche un vino

più colorato, ma deve essere il lungo affinamento e l’importanza a richiederne l’utilizzo.

Così potremmo coccolare questo oggetto, carezzarlo con delicatezza, facendo scivolare

in esso un piccolo quantitativo di liquido rosso che possa bagnarne le sembianze e poi

poggiamolo con tanta delicatezza ed attenzione sul tavolo degli ospiti che ne godranno

le movenze!